La giostra del Saracino
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La Giostra del Saracino è una antica rievocazione storica ambientata ad Arezzo fin dal medioevo Pur subendo qualche piccolo cambiamento nel corso dei secoli, la Giostra tuttavia, non ha perso il suo straordinario fascino evocativo del periodo d’oro aretino: il medioevo.
Attualmente si svolge due volte all'anno in Piazza Grande. Quella tradizionale viene celebrata la prima domenica di settembre, preceduta da una seconda edizione che ha luogo il penultimo sabato di giugno. La Giostra prende spunto dalle antiche tradizioni di addestramento militare; il soldato a cavallo affrontava un macchinario dalle sembianze del nemico per antonomasia del paladino cristiano: il saracino, ossia il soldato arabo.
Quattro coppie di cavalieri, in rappresentanza dei quattro quartieri in cui è suddivisa la città, si sfidano a lanciarsi al galoppo verso un automa corazzato e armato, raffigurante il Saracino, realizzando il maggior punteggio possibile colpendolo. Il fatto che questo sia mobile e possa a sua volta colpire il cavaliere simboleggia due cose: da un lato l'invito a non sottovalutare mai l'avversario, dall'altro l'onore che la città di Arezzo concede anche al suo nemico Saraceno, chiamato "Buratto Re delle Indie", il quale è anch'egli protagonista della tenzone, armato del suo "mazzafrusto" che può colpire il suo assalitore.
Le regole del torneo, mutuate dalle prescrizioni di una Giostra del 1678, permettono alla gara di rimanere in sospeso sino all'ultimo momento. Un cavaliere può infatti venire squalificato o vedersi annullare il proprio punteggio, così come può raddoppiarlo rompendo la lancia in uno dei suoi assalti al manichino. Il quartiere che ottiene la vittoria si porta a casa l'ambita "Lancia d'Oro", che ogni anno viene creata da artisti locali e messa in palio dalla città.
La giornata è aperta dalla lettura del bando. Un imponente corteo storico, al quale partecipano circa trecento figuranti, attraversa la città e fa il suo ingresso in Piazza Grande, dopo aver ricevuto la benedizione del vescovo sulle scalinate del Duomo. Dopo l'ingresso delle massime autorità cittadine (Magistratura, Giuria e Rettori dei Quartieri), abili sbandieratori intrattengono il pubblico con le loro esibizioni. Infine fanno il loro ingresso i giostratori e si schierano sulla "lizza". L'Araldo legge il testo della Disfida del Saracino e, quando la Magistratura dà la sua autorizzazione a correre, i cavalieri possono finalmente schierarsi e dare il via alla competizione.
STORIA DELLA GIOSTRA
La tradizione risale certamente al 1200; qualcuno ritiene tuttavia che le giostre in terra d’Arezzo, prendano spunto dal lontano VIII secolo d.C., quando i giovani aretini si addestravano a combattere contro i pirati saraceni che compivano scorrerie lungo la costa toscana. Altri ritengono che potrebbe essere stata importata dagli stessi Arabi o dai crociati che avevano conosciuto questo tipo di gara durante la loro permanenza in Terra Santa. Altra possibilità è che la giostra possa trarre origine da una precedente "Quintana" che veniva disputata da cinque rioni. Tuttavia le ben poche testimonianze a disposizione non permettono di poter accreditare nessuna di queste tesi.
Di una giostra celebrativa si ha menzione in una lettera dei Tarlati, signori di Arezzo, datata 1331. Il più illustre testimone di queste manifestazioni è stato indubbiamente Dante Alighieri, che ha dedicato loro le prime terzine nel XII canto dell'Inferno della celebre Divina Commedia:
" Io vidi già cavalier muover campo,
e cominciar stormo a far lor mostra,
e tal volta partir per loro scampo;
corridor vidi per la terra vostra,
o Aretini, e vidi gir gualdane,
fedir torneamenti e correr giostra;
quando con trombe, e quando con campane,
con tamburi e con cenni di castella,
e con cose nostrali e con istrane"
Se le origini di queste competizioni sono soprattutto medioevali, anche nel Rinascimento si continuò comunque a disputare molte "giostre ad burattum" ("Buratto Re delle Indie" è il nome che porta tuttora il fantoccio in Piazza Grande), soprattutto in occasione di visite di illustri personalità o della celebrazione di eventi quali il carnevale o il matrimonio di qualche giovane rampollo delle nobili famiglie cittadine. Il primo abbozzo di regolamento scritto, riguardante l'assegnazione dei punti, risale ad una giostra del 1678, in onore di San Nicolò. Vi sono inoltre testimonianze di almeno due famose giostre, quella del 1684, descritta da Federigo Nomi, e quella del 1904. Altre Giostre furono disputate agli inizi del Novecento, ma vi prendevano parte soprattutto aristocratici.
Il 7 agosto 1931, per volontà del potestà della città, si svolse nuovamente la Giostra del Saracino, dopo una lunga e attenta preparazione che venne affidata allo storico Nino Novarese. Si può considerare la prima edizione dell'era moderna, perché non vi partecipano più i nobili e cavalieri privatamente, ma cinque "quinteri", secondo l'antico frazionamento in rioni della città, diventati poi nel '32 i quattro quartieri nella loro attuale suddivisione. Ad ognuno di essi vengono assegnati i giostratori.