City of Lucca
Siamo giunti, infine, al capoluogo: Lucca.
"I lucchesi si aggirano cauti nelle loro strette, buie, contorte strade, fitte e zeppe di muri e muraglie, a loro volta fasciate dalle alte mura della città, dai bastioni. E intorno al cerchio l'anello dei monti, quasi che quel posto sia l'unico stato della terra, l'unico vero governo. I lucchesi hanno una bellissima città, una delle più belle città del mondo, armonia, grazia, misura, musica." Mario Tobino, Sulla spiaggia e al di là del molo (1966)?
"Uno dei paesi più ordinati e più felici che mi sia capitato di vedere... ordinata con l'attenzione con cui si accudusce un orticello... vi si nascondono più lavoro, impegno e perfezione di quanto io abbia trovato da nessuna parte". K.G. Kuttner (1793-94) ??Qua nobili e uomini d'arme sono tutti mercanti... Si dilettano in Lucca molto di musica e comunemente cantano tutti". Michel de Montaigne, (1581)
"Andando noi vedemmo in piccol cerchio, torreggiar Lucca in guisa di boschetto". Fazio degli Uberti, Dittamondo (1345-67)
E' una città che trasmette un certo fascino. Consiglierei a chiunque di avvicinarvisi per la prima volta in una nebbiosa sera di novembre, valicando o attraversando le sue possenti Mura: il fascino che emana non l'ho trovato altrove, io, umile guida turistica che conosco la mia Terra di Toscana. Lucca non ti sopraffà con la sua bellezza ma ti conquista perchè trasmette l'anima che ancora la città possiede e che, "globalizzazione" e massificazione non sono riuscite a sopprimere o affossare. Si gode del suono del silenzio che permette di immergervisi. Le Mura la proteggono più adesso dalla "modernità" che dai nemici di un tempo.
Le origini di Lucca sono molto remote, probabilmente dovute ai Celti Liguri, che fondarono sulle rive del fiume Auser (l'attuale Serchio), il villaggio di Luk, (luogo cinto dalle acque). Divenuto insediamento etrusco dall'età del Ferro al III a.C., diventa colonia di "diritto latino" nel 180 a.C.: con il forum, il teatro, l'anfiteatro e una cinta muraria di 2 km ca.
"Luca" seguì le sorti della caduta dell’impero d’Occidente. Dopo un periodo di continue invasioni, con i Longobardi Lucca conobbe un lungo periodo di stabilità: fu scelta quale capitale del Ducato di Tuscia e nel 650 fu aperta la Zecca; nel 773 ai Longobardi subentrano i Franchi, che confermano Lucca capitale del Ducato. Intorno dalla metà del XI secolo Lucca, già importante nodo viario (era una della "stazioni" lungo la via Francigena), iniziò un processo di sviluppo politico e urbano che sfocerà (soprattutto dopo la morte nel 1115 della Contessa Matilde di Canossa) nella costituzione di città-Stato autonoma economicamente ricca grazie alla lavorazione e esportazione di sete preziose in Francia, nelle Fiandre ed Inghilterra. Con l'espansione demografica l'area urbana si ampliò e nel 1265 ca. si completò la costruzione della nuova cinta muraria. I rapporti turbolenti con la vicina Pisa (che ostacolava lo sbocco al mare, necessario per una città di mercanti e banchieri) sfociarono nel 1314 con la presa di Lucca da parte di Uguccione della Faggiola. Dopo una breve parentesi di riacquistata indipendenza, grazie a Castruccio Castracani degli Antelminelli (divenuto Duca di Lucca, Pisa, Pistoia, Luni e Volterra), nel 1328 iniziò per Lucca un periodo di decadenza che porterà la città a passare di mano tra milanesi, genovesi, fiorentini ed infine pisani. Soltanto quarant'anni dopo (1369) con l'intervento dell'imperatore Carlo IV e dietro pagamento di un tributo di 300.000 fiorini in città si ricostituì la Repubblica che, con il solo l'intervallo della Signoria di Paolo Guinigi (1400-1430), perdurerà sino all'arrivo dei francesi in Italia (1799). Nel trentennio guinigiano, Lucca conobbe una spinta propulsiva al commercio della seta e all'attività bancaria, nonchè un periodo di pace interna e esterna, anche se alla fine Paolo Guinigi fu tacciato di perseguire una politica estera ambigua, che fu poi causa della sua destituzione. All'indomani della conquista di Siena da parte di Cosimo I de' Medici e la nascita del Gran Ducato di Toscana (1555), Lucca temè a tal punto per la propria indipendenza da intraprendere la costruzione dell'ultima cinta muraria che sarà completata nella metà del secolo successivo. La Repubblica di Lucca diventò di fatto un governo oligarchico: poche famiglie avrebbero gestito le redini della città per i secoli a venire: la Legge Martiniana, infatti, dal 1556 escluse dalle magistrature gli abitanti del contado e i nati da padre forestiero. Questo status quo verrà spazzato dalla discesa in Italia dei francesi e, una volta divenuto imperatore, il generale Napoleone trasformò Lucca in un principato guidato dalla sorella maggiore, Elisa, e dal suo consorte, Felice Baciocchi. Crollato l'Impero Napoleonico (1814), la città venne affidata alla duchessa Maria Luisa di Borbone e poi al figlio Carlo Ludovico che nel 1847 vendette la città al granducato di Toscana, governato allora dagli Asburgo Lorena. Nel 1860 si unisce al Regno d'Italia.
Lasciando alla sezione degli itinerari, la scelta del luogo d'inizio di una visita o di rivisita, consigliamo di non dimenticare i siti più noti.
Il Duomo di S.Martino, la cui splendita facciata è un ottimo esempio delle maestranze comacine (XII sec.) è ricco di importanti opere d'arte, tra le quali particolare attenzione meritano l'antico crocifisso del "Volto Santo", il sarcofago di Ilaria del Carretto, opera di Jacopo della Quercia, l'altare dello scultore Giambologna e i monumenti funebri di Matteo Civitali.
Come in altre città, il Battistero si trova di fronte alla cattedrale. La chiesa dei SS.Giovanni e Reparata sorse sui resti di una domus romana (I sec. a.C.), di un impianto termale (II sec. d.C.), di una basilica paleocristiana (V sec. d.C.) e di una chiesa altomedievale (VIII d.C.). Il battistero fu iniziato nel 900, mentre la chiesa nelle forme attuali (tranne aggiunte cinquecentesche e posteriori) risale alla metà del 1100. Se durante il giorno è visitabile quale interessante area archeologica, la sera è teatro di concerti, dedicati soprattutto a Giacomo Puccini, che qui venne battezzato il 23 dicembre 1858.
La Basilica di S.Frediano è fra le più antiche chiese di Lucca: a ridosso delle mura, con un orientamento opposto a quello canonico (l'altare verso levante e la facciata verso ovest) presenta una facciata insolitamente alta nella parte centrale e un bel mosaico a fondo oro di Berlinghiero del XIII secolo. Le colonne e capitelli di epoca romana assieme all'architettura d'insieme rappresentano un bell'esempio di romanico lucchese.
Resti di pavimento di artisti cosmateschi (XII-XIII secolo), opere di Jacopo della Quercia, affreschi di Amerigo Aspertini, le spoglie di S.Zita (una dei santi patroni di Lucca) e una scultura molto particolare, un fonte battesimale o forse una fontana in parte realizzata da Robertus Magister rendono S.Frediano una tappa da non mancare per il visitatore.
Antistante questa basilica si trova l'Anfiteatro romano. Ha la forma di un'ellisse, mentre i due ordini di arcate (55 per piano) furono sostituiti nel corso del XII e XIV secolo da modeste abitazioni che mantennero l'andamento ovoidale. Dopo aver accolto le prigioni "del sasso", il deposito del sale e degli orti, la struttura venne restaurata da Lorenzo Nottolini per il Duca Carlo Ludovico nel 1838. Oggigiorno è un piacevole salotto dove gustare un caffè...
Pochi passi oltre ci imbattiamo nella torre, forse, più famosa di Lucca: Torre Guinigi con il coronamento di un piccolo giardino pensile costituito da lecci si distingue dalle altre emergenze lucchesi. Già di proprietà di un ramo della ricca famiglia di mercanti Guinigi è, assieme al quartiere omonimo, una testimonianza dell'elegante architettura in laterizio tardo-medievale in Lucca. La torre è visitabile.
Ricorre ancora il nome Guinigi per la villa che Paolo (Signore di Lucca 1400-1430) fece realizzare quale sua abitazione privata: altro interessante edificio che dagli anni '60 è divenuto Museo nazionale che si propone di illustrare il percorso storico-artistico di Lucca e del suo contado. Le collezione principali comprendono, infatti, una raccolta archeologica con reperti preistorici, etruschi e romani, una raccolta di sculture e dipinti dal Medioevo al Barocco e una raccolta di arredi sacri e tessuti.
Ricorre ancora il nome Guinigi per la villa che Paolo (Signore di Lucca 1400-1430) fece realizzare quale sua abitazione privata: altro interessante edificio che dagli anni '60 è divenuto Museo nazionale che si propone di illustrare il percorso storico-artistico di Lucca e del suo contado. Le collezione principali comprendono, infatti, una raccolta archeologica con reperti preistorici, etruschi e romani, una raccolta di sculture e dipinti dal Medioevo al Barocco e una raccolta di arredi sacri e tessuti.
Ritornando verso quello che i lucchesi considerano il vero centro città, giungiamo a piazza S.Michele, l'antico foro romano che non ha perso, nel corso di oltre duemila anni, la sua importanza: qui sorse la prima sede del Comune, qui fu eretta tra l'XI e il XIV secolo la chiesa (notevole è la facciata dei maestri comacini) dedicata all'Arcangelo Michele, la cui statua si erge sul timpano, qui si teneva il mercato dei grani in epoca medievale.
Pochi passi dividono S.Michele da piazza Napoleone (più nota come piazza Grande) e da Palazzo Ducale: l'una aperta nel 1806 dalla Duchessa Elisa Baciocchi, abbattendo tra l'altro la chiesa di San Pietro in Cortina (o Maggiore) del 1588, la Zecca e vari edifici privati; l'altro sede della Repubblica di Lucca un tempo (progettato da B.Ammanati e F.Juvarra), oggi sede della Prefettura e della Provincia di Lucca.
Una delle più ricche residenze signorili di Lucca è sicuramente Palazzo Mansi, sede dal 1977 della Pinacoteca Nazionale.
Risalente al XVI-XVII colpisce soprattutto il piano nobile che ospita l'appartamento monumentale giunto a noi integralmente: il Salone della Musica corredato da un palco per l'orchestra è decorato da affreschi di Gian Gioseffo del Sole (1688) e da cornici architettoniche di Marcantonio Chiarini.
Nella cappella sono state ricollocate le tappezzerie e gli arredi originali.
La Sala degli Specchi appare nelle forme neoclassiche di Stefano Tofanelli. Alcuni salotti sono decorati da arazzi fiamminghi e tendaggi preziosi.
La stanza dell'alcova è riccamente arredata da tappezzerie ricamate e da un letto a baldacchino inquadrato da una serliana intagliata e dorata retta da cariatidi. La pinacoteca espone i dipinti della collezione donata dal Granduca Leopoldo II di Lorena e quelli superstiti della collezione Mansi.
La Chiesa dei SS. Paolino e Donato è l'unica chiesa compiutamente rinascimentale di Lucca. Nelle forme attuali fu ricostruita a partire dal 1515 su progetto di Baccio da Montelupo. Giacomo Puccini vi iniziò la sua carriera come organista.
Una città che non vive soltanto del passato medievale o rinascimentale ma che ha saputo vivere il proprio presente nel corso dei secoli successivi, dal Seicento allo stile Liberty. Una peculiarietà, che poi è uno degli aspetti del carattere di questo popolo, è la riservatezza e quindi si devono oltrepassare le facciate rigorose e "anonime" (mi si conceda il termine) di certi edifici per scoprire, ad es., Palazzo Pfanner, un sontuoso palazzo barocco affrescato nel primo Settecento da Pietro Paolo Scorsini e Bartolomeo De Santi con un giardino all'italiana e statue di marmo, attribuito a F.Juvarra, può essere scoperto anche passeggiando sulle Mura urbane; oppure la chiesa domenicana di S.Romano, risalente si aI XIII secolo ma divenuta uno dei più significativi esempi di barocco in Lucca grazie alle trasformazioni apportate dal Padre Dominicano Giovanni Buonvisi e dall'architetto lucchese Vincenzo Buonamici (adesso Auditorium) . Non dimentichiamo, altresì, il Museo della Cattedrale, Villa Bottini, via Fillungo, il Caffè di Simo, il Museo del Fumetto, la Casa natale di Puccini, il giardino Botanico.
Ci allontaniamo di pochi chilomentri, sia verso verso i Monti Pisani che verso est (Capannorese) per imbatterci in un numero straordinario di ville che costituiscono un altro dei fiori all'occhiello della provincia lucchese. Oltre trecento ville sorgono in un grande anfiteatro naturale circondato da colline, il confine naturale dell'antico Stato che pose la città murata al suo centro come elemento produttivo ed organizzativo dell'intero territorio. Questi sono veri "palazzi di campagna", costruiti da mercanti lucchesi che dal XV secolo vollero utilizzare parte dei proventi accumulati con il commercio e le attività finanziarie in questo modo.
Partendo da Lucca incontriamo un primo gruppo di ville pochi chilometri a nord di Ponte a Moriano: la famiglia Buonvisi ebbe la villa che portava il suo nome (ora chiamata Oliva) in località San Pancrazio intorno al 1500: l'edificio è circondato da un giardino di 5 ettari con un anfiteatro di alberi di leccio ed un "grotesque" con giochi d'acqua e statue di marmo. Confinante c'è Villa Grabau (XVI secolo) le cui caratteristiche gotiche originali vennero trasformate prima in tratti rinascimentali e poi neo-classici; il parco di 9 ettari che la circonda è uno dei più interessanti della Lucchesia, sia per la bellezza che per la ricchezza e varietà della flora.
Poco distante nella frazione di Marlia vi è la vIlla Reale, ora proprietà della famiglia Pecci-Blunt. La sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi, principessa di Lucca ne fece la sua residenza unendo la Villa Orsetti con le terre circostanti che comprendevano il palazzo residenza estiva del Vescovo di Lucca: volle ristrutturare l'antico palazzo e le gallerie che si aprivano sulla facciata, ma gli splendidi giardini del XVII secolo con il Teatro di Verzura ed il "Viale delle Camelie" restarono intatti.
Villa Mansi, nel vicino paese di Segromigno è aperta al pubblico per le visite. Nel XVII secolo la famiglia Mansi, noti mercanti di seta, acquistò la villa dalla famiglia Cenami e ristrutturò l'originale costruzione del XVI secolo. La riorganizzazione del parco su disegno di Filippo Juvarra fece la differenza; la bellezza dei giardini e l'eleganza delle linee fecero di Villa Mansi luogo ideale per ospitare sovrani ed ambasciatori provenienti da molte nazioni europee invitati dalle Repubblica di Lucca per un piacevole soggiorno.
A Camigliano, a pochi minuti da Villa Mansi, sorge una villa col medesimo nome, un tempo chiamat a Villa Torrigiani: datata prima del XVI secolo, la costruzione apparteneva alla famiglia Buonvisi che le vendetta nella prima metà del XVII secolo al Marchese Nicolao Santini, ambasciatore di Lucca alla corte del Re Sole. Due maestose file di cipressi lunghe circa un chilometro incorniciano la facciata sullo sfondo, uno dei più begli esempi di architettura barocca in Toscana, che si specchia nella acque di una magnifica fontana.
Spostandosi, invece, verso i Monti Pisani, a Vicopelago, vi è Villa Bernardini, un prezioso esempio di architettura tardo-rinascimentale costruita da Bernardino Bernardini nel 1615, ancora oggi proprietà della famiglia che ne cura sia l'arredo interno che un bel giardino con teatro di verzura.