La storia di Firenze raccontata dalle nostre Guide Turistiche
Fino dall’epoca romana la città di Florentia rivestì un’importante ruolo commerciale vista la sua posizione tra la valle del fiume Arno e i percorsi transappenninici, anche se probabilmente la zona era già occupata in epoca preistorica. I tracciati della rete viaria della Firenze romana rimarranno fondamentali anche nei secoli successivi, quando il mercato medievale si organizzerà proprio nell’antica area del foro.
Rettangolare nel piano, la città era chiusa all'interno di un perimetro di mura lungo 1800 metri. Lo spazio edificato, come tutte le città fondate dai Romani, era caratterizzato da strade diritte che si incrociavano perpendicolarmente. Le due strade principali conducevano a quattro Porte e convergevano in una piazza centrale, il foro, oggi Piazza della Repubblica, luogo in seguito destinato alla Curia e al Tempio dedicato alla triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva). I ritrovamenti archeologici, molti dei quali emersi nel corso dei lavori che "hanno dato nuova vita" al vecchio centro urbano, hanno permesso di individuare ed identificare i resti di importanti lavori pubblici, come i bagni Capitolini, i bagni di Capaccio, il sistema delle acque scure, la pavimentazione delle vie ed il Tempio di Iside, in Piazza San Firenze. I primi indizi dell'avvento della religione cristiana raccontano del culto per il decano Lorenzo e per la Santa palestinese, Felicita, così le prime chiese costruite a Firenze furono: San Lorenzo, consacrata nel 393, prima diocesi della città, e Santa Felicita, le cui origini risalgono al quarto e quinto secolo.
Firenze e le invasioni Barbariche
Le invasioni barbariche hanno seriamente messo in difficoltà la città di Firenze. Nel 405, la città riesce a fermare le orde di Radagasio, successivamente invece non può evitare di essere coinvolta nella disastrosa guerra fra Goti e Bizantini. La posizione strategica come testa di ponte sull'Arno e il trovarsi nell'itinerario di comunicazione fra Roma e la Padania spiegano perchè la città è stata così contesa fra i Goti e i Bizantini. Nel 541-44 furono costruite nuove Mura per la città, sulla struttura di diverse grandi costruzioni romane: il Campidoglio, il serbatoio per l'acqua dei Bagni ed il teatro. Le mura erano trapezoidali e la modesta grandezza testimonia il declino della città, notevolmente spopolata; si contavano allora meno di mille abitanti.
Intorno alla fine del sesto secolo, quando i Longobardi conquistano l'Italia del Nord e centrale, Firenze rientra nei loro domini. E’ l'inizio di quello che può essere considerato il periodo più buio nella storia della città. Lucca viene scelta come capitale del ducato della Toscana per la posizione, che era lungo le strade utilizzate dai Longobardi per le comunicazioni interne.
Nel periodo carolingio fu instaurato un sistema feudale e Firenze si trasforma in una contea del Sacro Impero Romano. Le testimonianze parlano di una rinascita della città: nel nono secolo nacque una scuola pubblica ecclesiastica ed il ponte sopra l'Arno, che precedentemente era stato distrutto, venne ricostruito.
Alla fine del secolo vennero costruite nuove mura per la città, probabilmente per timore delle invasioni ungheresi.Verso la fine del decimo secolo, la Contessa Willa, vedova del Marchese della Toscana, che possedeva un intero distretto all'interno delle mura, fondò un'abbazia benedettina, a cui donò anche molti soldi, alla memoria del marito. Questa fu chiamata "Badia Fiorentina". Il figlio della Contessa Willa, Hugo, contribuì notevolmente allo sviluppo di Firenze e alla decisione di lasciare Lucca. La scelta di Firenze come dimora ne rinforzò, infatti, il carattere amministrativo.
Intorno alla metà dell'undicesimo secolo la posizione di Firenze in Toscana divennne ancora più importante perché Lucca non era più la sede del marchesato e perché Firenze partecipò attivamente e in modo decisivo al movimento per la riforma della chiesa. La lotta per eliminare l'interferenza secolare negli affari ecclesiastici e l'affermazione dell'indipendenza del papato dall'influenza imperiale aveva come rappresentante principale San Giovanni Gualberto, figlio di un cavaliere fiorentino, che fondò l'ordine di Vallombrosa.
Firenze ospitò persino un Concilio nel 1055, sotto il Papa Vittorio II, con la presenza dell'Imperatore Enrico III e la partecipazione di 120 vescovi. Molte vecchie strutture vennero ricostruite durante la seconda metà dell'undicesimo secolo, tra questi la cattedrale di Santa Reparata, il Battistero e San Lorenzo.
Dopo l'episodio di Canossa, la vittoria di Enrico IV nel 1081 portò alla deposizione ufficiale della Contessa Matilda, abbandonata da tutte le città toscane tranne Firenze. Questa fedeltà alla deposta Contessa costò alla città un assedio imperiale nel luglio 1082, che fallì. Lo speciale attaccamento di Matilda a Firenze e la conseguente rottura con l'Imperatore condusse alla costruzione, nel 1078, di un sistema più efficiente di difesa e la città fu fornita di nuove mura - quelle che Dante chiama "la cerchia antica". Quando la Contessa Matilda morì nel 1115, il popolo fiorentino aveva già costituito, a tutti gli effetti un Comune.
I numerosi privilegi da lei concessi e gli eventi nei quali la Comunità fiorentina aveva svolto un ruolo principale nella lotta contro l'imperatore, avevano indotto la gente ad organizzarsi autonomamente e intraprendere l'azione puntando ad indebolire il potere imperiale. Fu quindi inevitabile che nel 1125, alla morte dell'ultimo imperatore della dinastia franconiana, Enrico V, i Fiorentini decidessero di attacare e distruggere Fiesole, la vicina città rivale. Alla fine le due contee furono unite e rimaste entità separate soltanto a livello ecclesiastico, con Fiesole che ha mantenuto la sua diocesi.
I mercanti fiorentini e la fioritura della città
La grande fioritura della città a partire dal XII secolo si deve soprattutto ai mercanti fiorentini che già iniziavano a inserirsi nel circuito degli scambi europei. Panni semilavorati arrivavano dalle Fiandre e dalla Francia e l'allume per la tintura dal Levante: con questi i fiorentini raffinavano e tingevano i tessuti fino a trasformarli in preziose stoffe che rivendevano all'estero a prezzi notevolmente maggiorati. Iniziavano inoltre in quell'epoca le prime attività bancarie che garantivano lauti guadagni nonostante alcuni rischi, non ultimo quello di accusa di usura da parte della Chiesa.
Il 1216 segna l'inizio degli scontri che afflissero la società fiorentina per l'intero secolo, dividendo i cittadini fra Guelfi e Ghibellini. Nel 1244 i nobili Ghibellini, che erano al potere, decisero di estendere la base sociale del governo, in modo da ottenere il favore della classe media mercantile. Fu il preludio del periodo che doveva essere conosciuto come "Primo Popolo". Solo alcuni anni più tardi, nel 1250, commercianti e artigiani riuscirono a usurpare il potere dei nobili Ghibellini e ad iniziare una nuova Era politica.
Era l'inizio di un periodo di pace e prosperità, dove si affermò il potere economico e finanziario della città. La prova di questa eccezionale espansione economica fu la coniatura, nel 1252, del Fiorino d'oro, che si aggiunse al Fiorino d'argento, coniato fin dal 1235. Durante il periodo del Primo Popolo crebbe la popolazione della città e si svilupparono nuove costruzioni pubbliche. Nel 1255 iniziò la costruzione di quello che doveva essere il Palazzo del Popolo, oggi Bargello, eretto per alloggiare i Consigli del comune. Con la sua forma imponente e la merlatura di torrette superò tutte le altre torrette della città. Era l'espressione dell'architettura della nuova Era politica.
La popolazione continuava ad aumentare, e nuove mura erano necessarie. Così, nel 1282, fu progettata una cinta lunga 8.500 metri, che includeva una superficie di 430 ettari, cinque volte quella dell'area urbana precedente. Gran parte delle mura furono demolite nel diciannovesimo secolo e soltanto alcuni tratti, Oltrarno e le Porte principali ancora esistono.
Alla fine del tredicesimo secolo Firenze poteva giustamente considerarsi la principale città dell'Occidente. Gli imprenditori allora al potere, decisero di costruire due edifici che simboleggiassero la ricchezza e il potere della città: la nuova cattedrale ed il Palazzo della Signoria. Arnolfo di Cambio fu l'eccezionale figura che progettò entrambe le costruzioni, come pure tutti gli altri lavori importanti promossi dal governo delle corporazioni, comprese le nuove mura. Nel 1296 cominciò la ricostruzione della vecchia cattedrale di Santa Reparata. La nuova costruzione, con il nome di Santa Maria del Fiore, subì diversi cambiamenti nella grandezza e nella forma nel corso della costruzione che durò quasi due secoli, anche se di base si mantenne il progetto di Arnolfo. La costruzione della grande chiesa francescana di Santa Croce è, anch'essa, attribuita ad Arnolfo di Cambio e rappresenta uno dei monumenti più prestigiosi eretti alla fine del tredicesimo secolo.In quegli anni i poeti del dolce stil novo rinnovavano la letteratura sostenendo l'uso del volgare e Cimabue e il suo allievo Giotto superavano per sempre la sudditanza in pittura verso l'arte bizantina gettando le basi per uno stile artistico propriamente "occidentale".
Tutta la città era un fiorire di creatività e di ostentazione di ricchezza attraverso l'arte e lo sfarzo: i grandi palazzi degli Spini, dei Frescobaldi, dei Gianfigliazzi, le nuove chiese (Santa Trinita, Santa Croce, Santa Maria Novellla, Santa Maria degli Angeli) ne sono una testimonianza.
Nel 1348 la peste che colpisce anche il resto dell’Europa riduce la popolazione fiorentina di circa due terzi, da più di 100.000 abitanti a circa 40.000, la seconda metà del secolo è quindi un periodo difficile, di ricostruzione e dove il potere passa nelle mani di alcune famiglie.
Durante gli anni in cui questa oligarchia mercantile governa Firenze, e nel periodo antecedente la Signoria dei Medici, i contatti sempre più frequenti con gli esempi dell'antichità greca e romana provocano un nuovo spirito e la città si trasforma nel centro in cui l'Umanesimo è stato fondato. L'uomo inizia a considearsi l'ultimo fine, impaziente di imporre conoscenza razionale e affermazione del dominio sopra la natura che lo circonda e la storia che lo precede. La cultura letteraria, le scienze, le arti e le attività umane vengono messi in primo piano. Questo è il periodo dorato dell'intelletto e della cultura in Europa. Filippo Brunelleschi fra il 1420 e il 1446 crea un gruppo di lavoro che rappresenta uno dei più importanti momenti della storia dell'architettura e dell’urbanistica fiorentina . È grazie a lui e ad altri esponenti della cultura architettonica dei primi del XV secolo che Firenze diventa la "città del Rinascimento", idealizzata dagli Umanisti.
Gli Artisti di Firenze
Un numero incredibile di artisti partecipano alla vita culturale di Firenze e contribuiscono a costruire l'immagine della città rinascimentale, fra questi: Donatello, Masaccio, Filippo Lippi, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Beato Angelico, Michelozzo, Giuliano da Sangallo e Benedetto da Maiano, e sono solo alcuni nomi. La famiglia dei Medici con Cosimo il Vecchio utilizza la ricchezza accumulata come mercanti e banchieri per finanziare scuole, conventi, ospedali e gran parte degli artisti menzionati. Il nipote Lorenzo il magnifico, brillante uomo politico e anche lui grande mecenate, seppe imporre il suo potere personale, senza rovesciare le istituzioni repubblicane, venne considerato l’ago della bilancia della politica per aver saputo mantenere a lungo la pace. Ma dopo la sua morte nel 1492, la politica codarda di Pietro, in merito all'invasione di Carlo VIII, costrinse la città a ribellarsi.
La gente si divise fra coloro che parteggiavano per i Medici e la massa dei cittadini, infiammati dai sermoni di Girolamo Savonarola, che volevano riformare il governo, imponendo un nuovo regime dove un ruolo importante fosse assunto da un "Gran Consiglio" che riunisse i membri delle famiglie principali. Ma non passò molto tempo che i Medici ed i loro sostenitori fecero ritorno, grazie al fatto che Savonarola fu giudicato eretico e bruciato al palo nella Piazza della Signoria, il 23 maggio 1498, per ordine di Papa Alessandro VI. Fu il periodo in cui Michelangelo scolpì il famoso David, messo di fronte al Palazzo della Signoria come guardiano della libertà dei Fiorentini. In seguito la città si trovò di nuovo sotto la Signoria dei Medici, col benestare del Papa, alleato del re di Aragona, la cui parola era legge in Italia, dopo la partenza del re di Francia. L'elezione al Trono papale, prima di Giovanni de' Medici (Leone X), nel 1512, e poi di Giulio dè Medici (Clemente VII), rinforzarono ancora di più la Signoria dei Medici. Ma quando arrivarono le notizie del sacco di Roma nel 1527, i fiorentini si ribellarono e cacciarono ancora una volta i Medici, affermando la loro libertà. Fu l'ultimo tentativo disperato di reintegrare il governo repubblicano. Il 12 agosto 1530, dopo un assedio di undici mesi, gli eserciti dell'imperatore e del papa insieme entrarono a Firenze, e l'anno seguente, per concessione imperiale, Alessandro de' Medici fu dichiarato "capo del Governo e dello Stato". Il nuovo signore, che dopo una successiva risoluzione fu chiamato "Duca della Repubblica fiorentina", installò una tirannia, con nuove istituzioni tutte sotto il suo controllo, e iniziò una politica di alleanze straniere con le famiglie reali più importanti d'Europa, sposando una figlia naturale dell'Imperatore Carlo V e dando sua sorella Caterina in sposa al secondo figlio di Francesco I.
Gli avversari dei Medici, comandati da Filippo Strozzi, provarono inutilmente a capovolgere il governo del duca Alessandro. Rimase infruttuoso anche il gesto di Lorenzino de' Medici che assassinò Alessandro nel 1537. L'unico successore possibile era Cosimo il Giovane, figlio di Giovanni delle Bande Nere, un ramo più giovane della famiglia, poiché il ramo di Cosimo il Vecchio era estinto. A diciassette anni il nuovo Duca riuscì a guadagnarsi il rispetto e gradualmente installò un regime autocratico. Nel corso della sua vita riuscì a schiacciare le fazioni avversarie ed a rinforzare lo Stato, sottomettendo Siena al dominio fiorentino nel 1555. Ottenne un titolo sovrano dal Papa e dal 5 marzo 1570 fu incoronato Granduca della Toscana da Pio V. Quando morì nel 1574, lasciò il Governo nelle mani del figlio Francesco che regnò fino al 1587, quando gli successe il fratello Ferdinando I (1587-1609). Egli continuò la politica del padre, riuscendo a rinforzare il Granducato grazie al raggiungimento di un difficile equilibrio fra Francia e Spagna. I segni della decadenza si manifestarono sotto il governo dei due figli di Ferdinando I e accellerarono nel diciassettesimo secolo. Firenze era ancora una grande città, ma il suo territorio era piccolo e non poteva competere con gli Stati potenti e centralizzati. Anche la situazione economica era cambiata profondamente. Il commercio e la manifattura erano in declino e, almeno fino alla fine del sedicesimo secolo, solo le operazioni bancarie venivano effettuate a livello europeo, e dopo neanche quelle.
A Ferdinando I successe Ferdinando II (1609-1621) che morì lasciando il Governo nelle mani della moglie Maria Maddalena d'Austria e della madre Cristina di Lorena. Anche se era reputato un uomo di grande intelligenza e abilità, non potè fare niente per arrestare il declino inesorabile di Firenze e della Toscana granducale. Né poterono niente i suoi successori, Cosimo III (1670-1723) e l'ultimo della dinastia dei Medici, Gian Gastone, che morì senza eredi nel 1737. Nonostante la città fosse ormai condannata ad un ruolo provinciale, fu capace di esprimere ancora una certa vitalità nel campo della musica e con il fenomeno delle Accademie. L'Accademia della Crusca, il cui principale lavoro era la compilazione del dizionario, del quale uscì una prima edizione nel 1612, fu fondata nel 1582. Di grande importanza per le scienze fu l'attività dell'Accademia del Cimento, fondata da Leopoldo de'Medici nel 1657 e continuata dal fratello, il regnante Ferdinando II. Entrambi ebbero come pupillo nientemeno che Galileo Galilei
Dopo la morte del Granduca Gian Gastone, l'ultimo Medici, i paesi europei più importanti riuniti a Vienna decisero che la Toscana sarebbe stata governata dal duca Francesco I di Lorena. Gli successero Pietro Leopoldo I, Ferdinando II, Ferdinando III ed infine Leopoldo II.
La dinastia granducale dei Lorena regnò tranquillamente nella città, distinguendosi per la sua liberalità: mentre Livorno diveniva un porto franco (dove cioè chiunque poteva stabilircisi senza persecuzioni di tipo religioso o "legale") fra i più attivi del mediterraneo, il granduca Pietro Leopoldo avviò la riforma agraria e, il 30 novembre del 1786, promulgò il nuovo codice criminale, grazie al quale, per la prima volta nella storia degli stati moderni, furono abolite la pena di morte e la tortura. La prima reputazione di monarca illuminato gli fece guadagnare la stima degli illuministi.
Con un plebiscito nel 1861 fu deposto l'ultimo granduca e la Toscana si annetté al neocostituito Regno d'Italia.
Firenze prese il posto di Torino come capitale d'Italia nel 1865, ma l'ambito ruolo fu trasferito a Roma sei anni dopo, quando il Lazio fu annesso al regno. In questo periodo ebbero luogo gli stravolgimenti urbanistici del cosiddetto Risanamento. Con il progetto di Giuseppe Poggi vennero demolite le mura della città per la costruzione dei Viali di circonvallazione, creato il viale dei Colli e il Piazzale Michelangelo, si ebbe uno sviluppo iniziale di nuovi quartieri residenziali sia all'interno dei Viali (il distretto della Mattonaia intorno a Piazza Indipendenza, il distretto di Maglio intorno a Piazza d'Azeglio) che all'esterno (Savonarola, San Jacopino, Piagentina). Con la demolizione del centro urbano intorno al vecchio mercato (1885-1889) per la creazione della grande Piazza Vittorio Emanuele II (ora Piazza della Repubblica) e le costruzioni di edifici adibiti principalmente ad uso ufficio, cominciò la terziarizzazione del centro urbano, nei primi decenni del ventesimo secolo. Nel XIX secolo la popolazione di Firenze raddoppiò, e triplicò nel XX con la crescita del turismo, del commercio, dei servizi finanziari e dell'industria. La comunità straniera arrivò a rappresentare un quarto della popolazione nella seconda metà dell'Ottocento ed a questo periodo risale la visione romantica della città immortalata da scrittori come James Irving e dagli artisti preraffaelliti e che lasciò in eredità alla città numerose ville di magnati soprattutto inglesi con le loro eclettiche collezioni d'arte, che oggi sono musei, come il Museo Horne, il Museo Stibbert, la Villa La Pietra, ecc...
Durante la seconda guerra mondiale la città fu occupata per un anno dai Tedeschi (1943-1944). Forte e diffusa fu la Resistenza all'occupazione nazifascista, culminata nell'insurrezione dell'agosto 1944 e nella successiva battaglia sostenuta dalle forze partigiane per la liberazione della città (11 agosto 1944).
Il 4 novembre 1966 gran parte del centro fu alluvionato dall'Arno, danneggiando molti tesori d'arte e scatenando però al contempo una incredibile catena di solidarietà internazionale con migliaia di volontari da tutto il mondo, i cosiddetti "angeli del fango".