parchi, natura e cultura
ESPLORANDO LA NOSTRA COSTA
Parco della Maremma Il fiore all’occhiello del turismo naturalistico toscano
Tanti percorsi di varia lunghezza e difficoltà in un ambiente di rara bellezza per la ricchezza e varietà della vegetazione della fauna e la costa selvaggia. Segnaliamo la strada degli allevamenti che si può percorrere in bus e consente di attraversare la maremma com’era dei butteri delle vacche e dei cavalli maremmani al brado. Come si visita:
Ci sono 4 itinerari interni che si raggiungono col bus del Parco, hanno varia lunghezza (dai 6 ai 12 km)
e sono consigliati per gruppi abituati a camminare e attrezzati (scarpe trekking).
Per turisti non attrezzati si consigliano:
l’itinerario faunistico-forestale, in cui si vedono i daini e le principali essenze della macchia mediterranea. Tempo di percorrenza 2,30-3 h circa. l’itinerario di Bocca d’Ombrone, che raggiunge il mare e le aree umide della foce del fiume Ombrone. Tempo di percorrenza 2/3 h
Punta Ala-Cala Violina Un po’ di Trekking
Si tratta di un itinerario costiero (ma si possono seguire anche piccole diramazioni che raggiungono punti panoramici) che consente, partendo dalla ben nota Punta Ala di raggiungere Cala Violina, una spiaggia di sabbia bianca silicea che risuona sotto i nostri passi. Che dire del mare: strepitoso!
Talamone: Dall’epoca etrusca allo sbarco di Garibaldi
Talamone ha avuto una continuità abitativa pressoché ininterrotta ed ancora è un piccolo centro balneare al confine sud del Parco della Maremma. Un grappolo di case intorno alla possente rocca senese sono ancora lì a testimoniare e difendere il prestigioso passato.
Capalbio: regno di briganti e cinghiali
Oggi Capalbio è forse il centro turistico balneare più colto della Maremma; qui ogni anno si svolgono importanti eventi cinematografici e letterari che hanno per scenario la ormai celebre piazzetta Magenta. Eppure il borgo non ripudia i “vecchi tempi” quando non vip radical chic ma cinghiali e briganti, (fra tutti Tiburzi) erano i protagonisti della scena capalbiese. Ed è in quest’ ottica in questa fusion tra un passato di storia popolare e tradizioni e un presente ricco di nuove tendenze culturali e sperimentazioni artistiche che vi proponiamo la visita.
Il castello situato quasi al confine con il Lazio, conserva ancora intatte le antiche mura medievali e i camminamenti di ronda, la rocca e la piccola chiesa di San Nicola interamente decorata da affreschi di scuola senese del XV sec. A pochi Km dal borgo vale la pena di una visita il Giardino dei Tarocchi di Niki de St. Phalle spettacolare viaggio nella fantasia attraverso la ricostruzione degli Arcani Maggiori.
L’argentario: La costa d’argento
Il Promontorio dell’Argentario è collegato alla terraferma da due sottili strisce di terra che racchiudono al loro interno l’ampia laguna di Orbetello.Il territorio è di estremo interesse sia per le bellezze naturalistiche e paesaggistiche, che per la storia e i monumenti artistici dei tre centri abitati che vi sorgono.
Porto Ercole
Famoso per le Rocche spagnole che ancora accerchiano possenti il paese e per aver dato la morte al grande Caravaggio, è un borgo medievale e rinascimentale che si affaccia su un pittoresco porticciolo oggi molto frequentato dai vip.
Orbetello
Cittadina situata sulla laguna omonima che reca ancora evidenti i segni della presenza etrusca (le antiche mura), medievale (la bella facciata della cattedrale) e spagnola (la polveriera Guzmann, il mulino a vento, il palazzo del Governatore).
Porto Santo Stefano
Il più recente dei paesi dell’argentario e il più abitato per la presenza del porto turistico che effettua collegamenti con le isole del Giglio Giannutri e Montecristo.
Per gli appassionati del mare segnaliamo l’Acquario di Porto S.Stefano (piccolo ma molto ben organizzato) e per chi ama i panorami e gli scorci mozzafiato la strada panoramica che gira intorno al promontorio.
Isola del Giglio - L’isola delle capre
Così la chiamavano gli antichi navigatori per l’asprezza delle sue coste granitiche adatte solo al pascolo delle capre.
L’isola è la seconda isola dell’Arcipelago toscano per grandezza e per popolamento, con un’estensione di circa 21 Kmq e una popolazione residente di circa 1500 persone.
Sul versante nord orientale sono presenti tre insediamenti: il Porto, tipico porticciolo isolano con i resti di una villa romana, la torre medicea e le tipiche case colorate; il Castello, insediamento medievalearroccato su uno dei punti più alti dell’isola e tutto stretto intono all’antica rocca; il Campese centro turistico-balneare con la sua bella spiaggia, il faraglione e la possente torre del XVII sec.
Giannutri: Una natura africana e una villa romana
L’isola, tra le più piccole dell’Arcipelago toscano e la più a sud, ha la forma di uno spicchio di luna e si può visitare solo a piedi o circumnavigare in barca. La natura è sub mediterranea con essenze molto particolari e vanta la presenza di una villa romana ancora leggibile e di grande valore archeologico.
L’Amiata La Montagna incantata
Il Monte Amiata, per noi maremmani la montagna per antonomasia, è un luogo ancora poco conosciuto e per questo direi vergine e ricco di spunti e interessi dall’arte, alla storia, alla natura e ai sapori genuini dei suoi prodotti.
L’Amiata divide e si divide tra le province di Siena e Grosseto e i suoi borghi si dispongono come una cintura ad un’ altezza di 500-800 m s.l.m.
Sul versante grossetano meritano una visita:
Arcidosso, borgo medievale dominato dalla mole dell’antica Rocca Aldobrandesca,
S.Fiora , Famosa per un cospicuo gruppo di Robbiane nell’antica Pieve di S Fiora e Lucilla, è un paese molto pittoresco. Merita una visita anche La Peschiera, un parco cittadino in cui si trovano le sorgenti del fiume Fiora. Bellissime le fiaccolate che si tengono per le vie del paese il 30 dicembre.
Il Parco faunistico dell’Amiata in cui si possono fare belle passeggiate e vedere gli animali più tipici della fauna locale compreso il lupo!
Il giardino di Daniel Spoerri Un Parco – Giardino con istallazioni artistiche ambientali e ambientate nel superbo spazio naturale del Monte Amiata a pochi km da Seggiano. Una rivisitazione moderna dei “sacri boschi” realizzati in epoca manierista e barocca, in cui oltre a Spoerri espongono molti artisti del panorama internazionale. Nella tenuta c’è anche uno spazio ristorazione in cui realizzare pranzi o merende.