Altre terre di Siena
Tutta la Provincia di Siena è un immenso contenitore di testimonianze storiche, unico per il livello di preservazione e anche per la fruibilità che offre. I Castelli e le Pievi sono la testimonianza del grande sviluppo iniziato dopo l’anno Mille e ancora oggi chi lo desidera può incamminarsi in un pellegrinaggio a ritroso nel tempo.
MONTERIGGIONI
“però che, come in su la cerchia tonda
Monteriggioni di torri si corona,
così la proda che 'l pozzo circonda
torre già van di mezza la persona
li orribili giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tona”
Con queste parole Dante, nell’Inferno della Commedia, richiama l’immagine di Monteriggioni per descrivere la sua vista del fondo dell’Inferno. Ma Monteriggioni oggi è una visione affascinante e romantica, che non incute più timore, come i suoi costruttori volevano all’inizio del s. XIII, per tenere lontano da Siena i potenti vicini della Repubblica di Firenze. Oggi la cerchia di mura è il simbolo della forza del passato nella fantasia del presente. E il visitatore, guidato da noi può scoprire storie e panorami, sapori e odori che queste mura raccolgono.
SAN GALGANO
Un gigante di pietra in mezzo a un prato, una abbazia del duecento, perfettamente aderente all’architettura dei cistercensi, dedicata a un eremita, un cavaliere medievale, che, ancora giovane e forte, pianta la propria spada in una roccia per farne una croce e dedicarsi a Dio. La spada nella roccia si trova all’interno del Santuario di Monte Siepi, incredibile esempio di romanico pisano in terra di Siena,dove nel ‘300 Ambrogio Lorenzetti ha dipinto affreschi di incredibile modernità. Subito ai piedi della collinetta dell’antico luogo di eremitaggio di San Galgano, i cistercensi costruirono una bellissima abbazia all’inizio del s. XIII, che oggi dopo l’abbandono da parte dei monaci già nel ’500, è un gigante di pietra, anche se senza tetto, per la cupidigia di un curato del ‘700, che vendette il piombo della copertura, e senza il campanile anch’esso crollato nello stesso secolo.
L’abbazia cistercense è uno dei primissimi esempi di chiesa gotica in Italia e le sue colonne, le volte superstiti e le grandi bifore laterali sono testimoni di una storia che cambiò il volto di Siena, per l’intervento dei monaci di San Galgano che furono architetti, amministratori ed esattori della Repubblica e dell’Opera del Domo nel “ducento”.
ABBADIA SAN SALVATORE E L’AMIATA
Il Monte Amiata è l’unica vera montagna Toscana che non appartenga alla catena appenninica, infatti è un vulcano spento, le cui ceneri e lava hanno dato forma e colore alle zone circostanti. Con i suoi m. 1748 l’Amiata ha una grande varierà ambientale, dai castagneti alle abetaie, dalle zone rocciose a quelle più fertili e ubertose. Abbazia San Salvatore è il centro principale del Monte e il nome tradisce subito l’origine, una antichissima Abbazia di epoca Longobarda (la fondazione risale al 743 per opera del Re Rachis), di cui oggi resta una stupenda cripta all’interno di una chiesa originalissima di epoca romanica con 2 campanili laterali come nelle chiese del Nord Europa. Ma Abbadia fu anche centro minerario dove nel s. XX dalle viscere del vulcano spento si estraeva mercurio per tutta l’Europa. Oggi il centro storico nella tipica pietra lavica grigia ha ancora il fascino dell’antica vita, mai facile, di chi viveva con i prodotti del bosco, dalle castagne ai funghi e poi scendendo nelle viscere dl monte per estrarre mercurio.
Oggi Abbadia è soprattutto un luogo dell’eccellenza dei prodotti gastronomici della Montagna che domina il Sud della Toscana.